Giovedì 25 settembre 2024, rieccoci all’ingresso pronti per entrare al 6° Stormo di Ghedi, l’evento di oggi è stato organizzato per festeggiare il traguardo dei 50 anni dal primo volo del Tornado. Controlli di rito e subito veniamo catapultati nell’atmosfera dell’evento, subito i pullman ci portano verso la zona decolli per riprendere gli imminenti decolli dei velivoli, 4 Tornado tra cui lo special color e due F35A; che dire, sicuramente posizione top, dietro gli obiettivi si è assaporato tutta la potenza di questi velivoli. Dopo i decolli decidiamo di recarci presso il piazzale clou dell’evento. Ai comandi i piloti effettuano quattro passaggi di cui uno veramente a bassa quota il quale ha “scosso” la tranquilla atmosfera, del tipo 50 anni ma non sentirli…i velivoli dopo la classica apertura per portarsi all’atterraggio da pista 31, rullano verso il piazzale, dove le autorità ed il personale dello stormo sono schierati per accogliere in trionfo il “nostro” velivolo che a Ghedi ha caratterizzato una grossa fetta della storia dello Stormo. Il primo a “parcheggiare” e lo special color con ai comandi il comandante dello Stormo: il Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti. Foto di rito e si passa alla cerimonia ufficiale, il comandante apre il suo discorso ringraziando il personale che ha dedicato il proprio tempo per far sì che la livrea “special” identifichi ciò che il velivolo ha rappresentato per la propria forza armata, in seguito con il discorso del comandante che riportiamo, riassume in breve anche per gli non addetti ai lavori la storia del velivolo e da ciò che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni della nostra forza armata. “Lo sviluppo del Tornado rappresenta il risultato considerato particolarmente significativo in quanto non sarebbe stato possibile senza una stretta collaborazione tra l'industria europea di Italia Gran Bretagna e Germania riunite in un consorzio, primo esempio in campo aeronautico nella storia del nostro continente, il successo di questa prima volta ha dimostrato come l'unione delle migliori professionalità, competenze e tecnologie europee potessero competere con successo a livello mondiale e produrre risultati eccezionali sulla scia del programma Tornado primo programma aeronautico in consorzio la stretta cooperazione nell'industria aerospaziale europea è oggi non solo un modus operandi consolidato ma una strategia irrinunciabile. Questa collaborazione pose dunque le basi per una crescita dell'industria aerospaziale europea e consentì di mettere a fattor comune le migliori competenze, professionalità ed esperienze per lo sviluppo di nuove tecnologie e sofisticate capacità compiendo un salto generazionale, ma il Tornado rappresenta molto più di un programma di cooperazione industriale tra le flotte alleate di tre grandi nazioni europee NATO quali: Italia, Gran Bretagna e Germania, hanno non solo supportato ma addirittura stimolato una profonda integrazione tra le forze aeree europee che da alleate sono così diventate sorelle perché cresciute nella medesima famiglia a partire dall’ addestramento comune grazie all'istruzione in centri di addestramento multinazionali per la qualifica del personale di linea. Emblematica tra tutti è sicuramente l'apertura nel 1981 della prima unità aerea multinazionale per l'addestramento e la qualifica degli equipaggi Tornado: il Tri-National-Tornado-Training estabilshment presso la RAF Cottesmore in Gran Bretagna.
Il nuovo approccio di profonda sinergia di adozione di standard di addestramento tattiche tecniche e procedure comuni applicato al principale programma di difesa europea e dalla più grande flotta aereotattica del continente ha contribuito in modo determinante alle capacità complessive di difesa e deterrenza dell' Europa e della NATO con effetti strategici anche su innesto, impiego e crescita di capacità delle altre flotte alleate e dunque non solo per prestazioni e capacità che sul continente europeo il Tornado ha rappresentato per decenni la spina dorsale della capacità aerotattica. Il programma Tornado affonda le proprie radici negli anni 60 e 70 quando le nazioni europee in piena guerra fredda si ritrovarono nella necessità di sviluppare una nuova generazione di velivoli da combattimento in grado di affrontare efficacemente nuovi contesti operativi e scenari di minaccia acquisendo la capacità di poter svolgere con un unico sistema d'arma molteplici tipologie di missioni; è dunque un caccia multiruolo, bireattore supersonico ad ala alta e freccia con geometria variabile con capacità ogni tempo, diurne e notturne grazie all’avionica di bordo e ad un prestazionale radar corredato di funzione di terren-following in autopilota automatico. Al programma che prese il nome di PA200 Tornado aderirono dunque l'Italia il Regno Unito e la Germania, un progetto sicuramente ambizioso che ha prodotto in totale circa 1000 esemplari in tre versioni: Interdiction and Strike, Air Defense, Variant Electronic e Combat Reconnaissance. I collaudi in volo del Tornado iniziarono come detto nell'agosto 1974, successivamente, si dimostrò un validissimo sistema da interdizione ma anche per la difesa aerea e per la soppressione delle difese aeree nemiche in grado di operare ad alta velocità è bassissima quota grazie alle capacità di seguire l'orografia del terreno sotto la guida del menzionato Terrain Following Radar. Il primo esemplare assegnato ad un reparto operativo fu la matricola 7006 il 6-01 che venne consegnato al 154 gruppo volo del sesto stormo il 27 agosto 1982. Il battesimo del fuoco per il Tornado italiani avvenne il 14 settembre del 1990 quando 8 velivoli partirono alla volta degli Emirati Arabi Uniti per partecipare all'operazione “Locusta” prima operazione al di fuori dai confini nazionali per la nostra Aeronautica dalla fine della seconda guerra mondiale che ha attribuito al velivolo Tornado il titolo di primo aereo italiano impiegato in operazioni reali la particolarità e l'unicità del Tornado e la connotazione prettamente operativa che ha caratterizzato da sempre la sua esistenza connotazione operativa che continua ad essere espressa ai massimi livelli anche a cinquant'anni dal primo volo e dopo ben oltre quarant'anni di vita operativa. Operazione locusta e Desert Storm in Iraq operazione Sharp Guard in Montenegro, the Denight Flight in Croazia, the Size and Devor and Deliberate Guard in Bosnia ed Erzegovina, Deliberate Force and Allied Force in Kossovo, ISAAF in Afghanistan, Odissey Down Unified Protector in Libia, Inherent Resolve in Kuwait per la lotta contro il Daesh e la stabilizzazione in Iraq per ben quattro mandati nel 2014 nel 2020, 2023 e 2024.
Sono le principali missioni anzi sono solo le principali missioni in cui il Tornado italiano ha rappresentato il principale assetto schierato dall'Italia in cui ha operato con successo a cui si aggiunge la quotidiana attività operativa che da sempre svolge per la difesa e la sicurezza dell'Italia dell' alleanza, la salvaguardia delle istituzioni, il rispetto del diritto internazionale umanitario, il concorso per il supporto alla popolazione in occasione di calamità naturali l'ordine pubblico e il contrasto alla criminalità. Le missioni svolte dal Tornado sono state spesso associate alla difesa aerea, alla protezione dal sostegno delle forze di terra quale abilitante irrinunciabile ed il supporto a forze dell'ordine protezione civile, ministero dell'ambiente a riprova di grande poliedricità e flessibilità d'impiego; il Tornado tenuto costantemente aggiornato negli anni, nella avionica, nei sensori e nell'armamento, tuttora una piattaforma in grado di esprimere capacità peculiari quale la capacità di Suppression of Enemy Air Defense è quella di attacco strategico con missile cruise area suolo Storm Shadow a queste si aggiungono le caratteristiche date da sensori e armamenti di precisione che negli anni sono stati progressivamente integrati sul Tornado primo tra tutti gli assetti in dotazione all'aeronautica militare come ad esempio il pod da designazione laser CLDP di prima e successivamente Lightning, il pod da ricognizione tattica recce light, la sensoristica e emetter location system nonché i più moderni armamenti da lancio è caduta, la ricca dotazione di pylons unita ad un ad un avionica tenuta costantemente al passo con l'evoluzione della tecnologia aerospaziale rendono il Tornado un velivolo ancora valido e pienamente operativo, determinante per l'espressione delle capacità di contraviazione e di interdizione aerea, supporto alle forze di terra e ricognizione dell'Aeronautica militare. Tali caratteristiche hanno visto un continuo sviluppo a cavallo del ventesimo e ventunesimo secolo permettendo al Tornado di poter giocare ancora oggi un ruolo da protagonista in prima linea sopravvivendo a ben due passaggi generazionali di tecnologia aeronautica. Il Tornado del Sesto Stormo sono infatti ancora oggi schierati in Kuwait per operare in Iraq nell'ambito dell'operazione di stabilizzazione Inherent Resolve; caratteristiche e capacità espresse dal Tornado hanno consentito di maturare esperienze conoscenze e concetti che hanno sostenuto lo sviluppo dell'Aeronautica militare moderna di oggi ma anche di domani che esprime una leadership a livello europeo e globale ciò dunque anche grazie alla leva tecnologica resa dal Tornado che ha consentito a generazioni di equipaggi di crescere da protagonisti nei principali scenari di crisi sempre più densi di minaccia dinamici e complessi.
Oggi dunque celebriamo i
cinquant'anni dal primo volo del Tornado del prototipo multi role combat
aircraft denominato P01 che decollò per la prima volta il 14 agosto del 1974
dalla base aerea di Manching. L'Aeronautica Militare celebra con orgoglio il
glorioso servizio del Tornado a cinquant'anni dal primo decollo cosciente
dell'ultima determinante cruciale sfida che attende la transizione della vasta
gamma di raffinatissime capacità che esprime e del suo prezioso organico di
equipaggi e personale della linea ogni ruolo di quinta generazione F35
Lightning due continuando allo stesso tempo a preservare l'operatività fino al
termine del ciclo operativa. 100+1 anni di vita dell'Aeronautica di cui 50
accompagnati dal Tornado; oggi siamo consapevoli dunque del valore che il
Tornado ha rappresentato e rappresenta per il sesto stormo per tutti i reparti
che lo hanno impiegato per l'aeronautica e per l'Italia ma anche del valore di
coloro che hanno operato e sostenuto il Tornado ieri ed oggi, piloti,
navigatori manutentori, personali di supporto operativo e logistico industria
nazionale e cittadini. Rivolgo a tutti noi un pensiero colmo di ammirazione e
di riconoscenza tutti noi abbiamo contribuito alla nascita allo sviluppo di
capacità ai successi nelle operazioni aeree ed alla costituzione di un
patrimonio di cultura aeronautica tradizioni e professionalità unici. Tra noi
si ergono a sommo esempio tutti caduti in servizio per i quali l'assorbimento
degli attimi compiti assegnati ha comportato l'estremo sacrificio; l'eccellenza
tecnologica l'efficacia e l'affidabilità del Tornado nulla ha potuto di fronte
ad un onorabile destino per rendere onore alla prestigiosa tradizione Tornado e
celebrare il traguardo dei cinquant'anni dal primo volo abbiamo realizzato una
livrea speciale che avete potuto ammirare a terra e in volo. Il velivolo
special color intende rappresentare un viaggio ideale nella storia operativa
compiuta dal Tornado durante il suo impiego cinquantennale, richiamando le
diverse tinte cromatiche che evocano le colorazioni impiegate le diverse fasi
di evoluzione capacitiva e nei molteplici contesti operativi di impiego, le
livree richiamate scandiscono la successione nelle missioni che hanno visto il
Tornado protagonista e che hanno fatto epoca per l'operazione aeree
dell'Aeronautica e dell'Italia, la saetta rossa che corre lungo il profilo
laterale richiama la “N” del consorzio Tornado navi nonché il dinamismo
operativo che ha visto sempre il PA200 impegnato in prima linea fino ai nostri
giorni che ispira tuttora l'impiego in operazioni fuori dai confini nazionali
nel teatro iracheno, in particolare la grafica che si staglia dalla deriva del
velivolo e prende forma a partire dal logo cinquantesimo anniversario,
elaborato dal consorzio, evoca dinamicità ed incisività dell'azione che trova
espressione apicale delle frecce che rappresentano le tre versioni del tornado impiegati
dall'Aeronautica militare: IDS-ECR-ADV. Il tricolore che trae origine dalla
deriva avvolge interamente la fusoliera e convergendo sull'asse longitudinale
del velivolo suggella come la bandiera abbia sempre ispirato ed indirizzato
verso il successo il servizio del PA 200, sulla fusoliera sotto abitacoli e
prese d'aria sono rappresentati gli stemmi dei 7 gruppi e reparti che hanno
impiegato il Tornado con diverse varianti in ordine di assegnazione ed attività
operativa svolta, sulla superficie inferiore della fusoliera e sulle ali e
richiamato inoltre l'iconico logo Tornado. Colgo l'occasione per rendere merito
e ringraziare tutti voi tutti voi uomini e donne del sesto stormo per aver
sostenuto la realizzazione dello splendido special color che abbiamo di fronte,
che con il suo splendore ben rappresenta e successi del Tornado e dei vostri
successi, anch'esso è frutto della vostra passione, determinazione,
professionalità e incondizionato servizio più a 200 multirool combat aircraft;
primo caccia impiegato in operazioni reali, fondamento di esperienza,
conoscenze e concetti che hanno sostenuto lo sviluppo dell'Aeronautica militare
moderna di oggi e di domani. 100+1 anni di vita dell' Aeronautica militare di
cui 50 accompagnati dal Tornado dunque viva il Tornado viva l'aeronautica
militare viva l'Italia”. Finita la cerimonia ufficiale tutti i fotografi hanno
potuto riprendere i velivoli in statica, tra i quali anche il secondo special
color.
Una bella giornata fotografica
accompagnata anche da condizioni meteo non avverse.
Gli autori vogliono ringraziare
il Colonello Luca Vitaliti ed il suo staff per la cortesia ed ospitalità
riservata a noi fotografi.